Una delle cose da spuntare nella mia personale lista delle cose da fare prima di morire è quello di fare un libro illustrato. La successiva sarebbe fare una storia a fumetti, ma la vedo un po’ più complicata come faccenda. Poi ci tornerò sopra. Tra parentesi: sì, l’ultimo dell’anno posto sul blog e non sono in vena di fare articoli consuntivi di questo 2018.
Tutto è iniziato un po’ di tempo fa quando mi dissero: perché non provi a illustrare uno dei tuoi libri?
Forse sarebbe stato meglio far finta di non capire e girarmi dall’altra parte. Magari adesso non sarei nel mio consueto Collo di Bottiglia periodico ma, a dirla tutta, io ci penso da un sacco di tempo a questa cosa del disegnare una storia e l’occasione giusta me l’ha data proprio “Gremlin ad alta quota“, il racconto steampunk che è diventato appunto il mio primo libro illustrato (non per bambini).
Fatto sta che ho praticamente finito e in questo momento sono nella fase: “Secondo me ci sto investendo troppo tempo in questo libro illustrato per quello che sarà poi il ritorno“.
Ho ormai superato il “mi fa schifo, ho sbagliato tutto” e ora mi chiedo se tutta la fatica sarà mai apprezzata da qualcuno. Tutto regolare, eh. In misura diversa, ma mi succede per ogni storia, anche se questa volta… più del solito perché sto facendo qualcosa di nuovo.
Prima di questo, ho realizzato solo libri illustrati per bambini (fino a 7-8 anni) quindi il passaggio alla fascia d’età superiore mi era estraneo. Consiglio sempre il blog di Anna Castagnoli per chi fosse interessato al processo, anche se il suo target sono i bambini.
I punti che mi hanno sempre fatto desistere nell’impresa sono nell’ordine:
1) Ci sarà interesse per una roba ibrida come questa?
2) Ce la farò a finirlo?
3) Mi verrà fuori qualcosa di carino?
Per quanto riguarda la 1), all’ultimo Lucca Comics mi è parso di vedere un rinnovato interesse per il libro illustrato per lettori adulti (o Young Adult). Ne ho visti alcuni molto interessanti e altri realizzati in maniera atroce. Ogni tanto esce una ri-edizione illustrata (vedi Shadowhunters e Tearling) e quindi… magari il momento è favorevole.
Il punto 2) si è trascinato per un paio di mesi (una quantità di tempo veramente scandalosa che avrebbe potuto ridursi a un mese scarso o anche 2 settimane mettendosi di buzzo buono) ma mi piace lamentarmi e quindi è colpa della vita e tutto il resto che si sono messi di traverso. Oh. Comunque, la buona notizia è che ce l’ho fatta. Manca solo la copertina.
Il punto 3) è un’incognita. A me piace, può essere anche un Coloring Book Steampunk, ma non devo essere io a giudicarlo, quindi vedremo come andrà.
Il punto fondamentale del SelfPublishing è che ti permette di compiere da sola tutte le scelte e quindi anche le più sbagliate. Dunque, no, non tornerei indietro anche se sospetto di averci investito troppe energie. Il libro illustrato di “Gremlins ad alta quota” rimarrà così, anche perché era nato con l’intento di fungere da banco di prova per un progetto molto più impegnativo.
In ogni caso, ecco le scelte che ho fatto.
La scelta della storia per il libro illustrato
La priorità in ogni progetto che inizio è “Sono sicura di riuscire a portarlo a termine in tempi ragionevoli?” e per tempi ragionevoli intendo non superare l’anno. Per andarci cauta ho scelto un racconto non ancora pubblicato di 18.600 parole, quindi poco più lungo de “Il Giorno del Drago“.
“Gremlins ad alta quota” era la storia mi sembrava più adatta per diventare un libro illustrato. Avventurosa, sufficientemente stramba, piena di dettagli, contenuta nelle dimensioni. Siamo nel 1900, c’è una saccente e brillante signorina di buona famiglia, un viaggio apparentemente tranquillo in dirigibile, un burbero meccanico, un grosso problema di infestazione a bordo e il pericolo di un disastro aereo.
C’è anche un altro motivo per cui l’ho scelto: si tratta del primo racconto Steampunk puro (senza elementi sovrannaturali) che presenta uno spicchio del mondo che intendo usare per un Progetto molto più Grosso. Il piano è partito quindi come una specie di Alpha-test, avrei potuto usare questo libro illustrato per sperimentare tecniche, verificare il tempo impiegato e capire la fattibilità di questo Progetto più Grosso. Se qualcuno se lo chiede… il Progetto Grosso è una graphic novel lunga circa 150 pagine.
Attualmente mi sembra sempre più un progetto irrealizzabile, ma MAI DIRE MAI.
Quanti disegni?
Avrebbero dovuto essere solo pochi disegnini sparsi in qua e in là per movimentare le pagine ma alla fine sono diventate 14 illustrazioni, tutte in un formato tipo A4 per verticale. Al momento di creare un ebook, sarebbe stato più pratico avere un’immagine della dimensione già adatta allo schermo di un ebook reader.
Ho fatto un po’ di conti. L’ideale sarebbe stato arrivare ad almeno 100 pagine di stampa (Il Giorno del Drago ne aveva 96 e 5 illustrazioni), così da avere qualcosa di dignitoso da presentare in cartaceo. Con 14 illustrazioni il volume mi pare già abbastanza ricco, quindi per adesso è questo il numero magico.
All’inizio dovevano essere solo due o tre disegni… ma non è detto che prima della fine il numero non salga ancora anche perché alcuni sono molto semplici.
Ho pensato anche di curare di più l’aspetto grafico inserendo delle decorazioni steampunk (come quelle all’inizio di ogni capitolo) e per questo mi sono appoggiata a elementi di Freepik.
Colori o Bianco & Nero? Stile?
Stabiliti i soggetti e l’alternarsi delle illustrazioni ho dovuto scegliere prima di tutto se farli a colori o bianco e nero. Il che si riduce a dover decidere: Edizione extralusso che avrei dovuto far pagare circa 13 euro per un volume di 100 pagine per rientrare delle spese, oppure Edizione media che avrei potuto prezzare anche 7 euro e permettermi di fare uno sconto di due euro alle fiere?
Siccome sono detentrice di “braccine corte”, ho pensato che fosse inutilmente dispendioso stamparlo a colori, tanto più che avrebbe dovuto essere una prova per sondare il terreno. Inoltre, mentre studiavo come realizzare il mio libro illustrato, mi è venuto in mente di farne una specie di coloring book steampunk. Così ho avuto la brillante idea di rendere il più pulito possibile il mio tratto usando Illustrator (una seduta di tortura sarebbe stata meno stressante, però almeno ci ho ripreso la mano).
Mi sono piaciuti molto i disegni di Albert Robida e volevo tentare di copiarne lo stile a china con le ombreggiature fatte con il tratteggio. Ok, mi sono venuti molto simili ai disegni dei librigame…
Probabilmente uno stile manga sarebbe potuto essere più accattivante, o forse avrei fatto meglio a evitare la line art e fare illustrazioni più pittoriche… i ripensamenti sono normali.
Banco di prova
All’inizio ho accennato al fatto che questo libro illustrato doveva essere un banco di prova per un progetto un bel po’ più ambizioso, ormai chi mi legge sa che amo le sfide contro me stessa. È da più di un anno che mi gira per la testa di spuntare un altra voce dalla mia TO-DO List (sempre quella delle cose da fare prima di morire), cioè riuscire a realizzare un fumetto completo e pubblicarlo su una piattaforma.
C’è chi spunta “Visitare la Polinesia” io ho ancora in programma “Fare un fumetto completo”.
La sceneggiatura e storyboard del primo atto di 56 pagine c’è già, mentre tutto il resto è ancora in forma di scaletta. Si svolgerebbe nello stesso universo narrativo steampunk di “Gremlin ad alta quota” con protagonisti del tutto diversi. Gli ingredienti sono gli stessi anche se i protagonisti sono più adulti.
Ci sarà Lui, uno scienziato pazzoide con un piano malvagio, o almeno è così che sembra. Ci sarà lei, donna d’azione dal passato turbolento. Il punto sarà: se tu dovessi diventare per caso l’aiutante del “cattivo” di una storia, cosa faresti? Riusciresti a sabotarlo o ti uniresti al suo piano malvagio? Quindi azione, misteri atlantidei, sette segrete, viaggi nel tempo e un po’ di romanticismo.
Cosa ho concluso?
Da questo esperienza ho tratto alcune conclusioni per il futuro:
- Usare Illustrator è ok, per piccoli progetti tipo questo e per dare l’idea di coloring book. Se vedrò interesse si prospetta anche un seguito.
- Per progetti più grandi e impegnativi devo trovare un’altra tecnica più veloce. Se davvero mi voglio buttare su un fumetto di circa 1000 vignette bisogna che sia qualcosa che mi permette di essere rapida.
- Se ne vale la pena per gli altri ancora non ne ho idea, però sono arrivata a comprendere che ne è valsa la pena per me.
Grazie, è stato molto utile! Ho scoperto siti e gente nuova. E il tuo progetto mi sembra molto carino. 🙂
ciao Veronike e benvenuta. 🙂
Conto di finirlo assolutamente per il mese di Gennaio!