Il cavaliere inesistente copertina

Il Cavaliere Inesistente di Italo Calvino

Io e Il Cavaliere Inesistente ci siamo incontrati un po’ per caso, intorno agli 8-9 anni. Nessuno ci aveva presentati e la maestra non ci aveva ancora consigliato di leggere né Il Visconte Dimezzato e nemmeno Il Barone Rampante (questi due me li proponevano praticamente ogni anno ma stranamente nessuno lo ha mai fatto con Il Cavaliere Inesistente, non riesco a capire il perché).

Comunque lo trovai sperduto sullo scaffale dei libri.

Il cavaliere inesistente copertinaLa sorte de Il Cavaliere Inesistente

Quel libretto doveva appartenere a mia madre e non so nemmeno dire che razza di edizione fosse perchè aveva subito la sorte che avevano tutti i libri vecchi in casa del nonno: la RICOPERTINATURA. Da bravo figlio di custode di biblioteca, il nonno Luigi, appena vedeva che la copertina era un po’ rotta o che le pagine rilegate a filo refe si stavano per staccare, faceva una cosa sola: lo portava a rilegare e gli faceva fare l’armatura con copertina rigida in tessuto. Poi ci faceva stampare il titolo e l’autore.

In questa operazione, spesso si perdeva la pagina con l’anno di stampa o la casa editrice. Quindi buonanotte al secchio.

In ogni caso arrivò in mano mia e fu amore a prima vista con Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez. Suppongo che, più di altri libri a tema fantastico, Il Cavaliere Inesistente mi abbia tirato dentro al suo mondo dal quale forse non ne sono ancora uscita.

Roba che rimane impressa

Ora… non è che voglio fare una disamina sul romanzo o parlare della storia in sé… tra l’altro non ci riuscirei nemmeno. Il Cavaliere Inesistente è una di quelle letture che le devi leggere e basta se sei un appassionato di letteratura fantastica e non ha nessun bisogno che si cerchi di convincere qualcuno della propria validità.

Voglio parlare di cosa mi ha lasciato e come l’ho riscoperto.

Il Cavaliere Inesistente ha tutti gli elementi che devono esserci in una grande storia senza il bisogno di sbrodolare chilometri di trama. È essenziale eppure ricchissimo.

• Ha una grande ironia di fondo, un umorismo elegante e colloquiale che colpisce al momento giusto. • C’è l’avventura e il viaggio.• Ha una storia d’amore tormentata e • drammi personali. • Ha un protagonista che è tutto quello che non dovrebbe essere il personaggio principale: Agilulfo, per prima cosa, è un cavaliere che non c’è, vive per l’ordine e la burocrazia. Quindi figuriamoci! Eppure è il motore di tutta la storia e io ho pianto per lui. • C’è Bradamante, un personaggio femminile che fa il pelo e contropelo a molte eroine moderne, • c’è Rambaldo e la sua ricerca di vendetta che assume via via contorni sempre più tragicomici.• C’è anche un finale drammatico eppure consolatorio e non sai se devi continuare a piangere oppure metterti a ridere.

Questo è Il Cavaliere Inesistente.

Ci sono alcuni passaggi che mi sono rimasti particolarmente impressi attraverso gli anni e il primo è senz’altro la disavventura di Rambaldo con la sua vendetta contro l’Argalif Isoarre.


Sovrintendenza ai Duelli, alle Vendette e alle Macchie dell’Onore

Rambaldo si diresse al padiglione della Sovrintendenza ai Duelli, alle Vendette e alle Macchie dell’Onore. Ormai non si lasciava più ingannare dalle corazze e dagli elmi piumati: capiva che dietro a quei tavoli le armature celavano ometti segaligni e polverosi. E ancora grazie che c’era dentro qualcuno!

– Così, vuoi vendicare tuo padre, marchese di Rossiglione, di grado generale! Vediamo: per vendicare un generale, la procedura migliore è far fuori tre maggiori. Potremmo assegnartene tre facili, e sei a posto.

– Non mi sono spiegato bene: è Isoarre l’argalif che devo ammazzare. É lui in persona che ha atterrato il mio glorioso padre!

– Sì, sì, abbiamo capito, ma buttar giú un argalif non crederai mica che sia una cosa semplice… Vuoi quattro capitani? ti garantiamo quattro capitani infedeli in mattinata. Guarda che quattro capitani si dànno per un generale d’armata, e tuo padre era generale di brigata soltanto.

– Io cercherò Isoarre e lo sbudellerò! Lui, lui solo!

– Tu finirai agli arresti, non in battaglia, sta’ sicuro! Rifletti un poco prima di parlare! Se ti facciamo delle difficoltà per Isoarre, ci sarà pure la sua ragione… Se il nostro imperatore per esempio ci avesse con Isoarre qualche trattativa in corso…

Ma uno di quei funzionari, che era stato fin allora col capo sprofondato nelle carte, s’alzò giulivo: – Tutto risolto! Tutto risolto! Non c’è bisogno di far niente! Macché vendetta, non serve! Ulivieri, l’altro giorno, credendo i suoi due zii morti in battaglia, li ha vendicati! Invece erano rimasti ubriachi sotto un tavolo! Ci troviamo con queste due vendette di zio in piú, un bel pasticcio. Ora tutto va a posto: una vendetta di zio noi la contiamo come mezza vendetta di padre: è come se ci avessimo una vendetta di padre in bianco, già eseguita.

– Ah, padre mio! – Rambaldo dava in smanie.


Il secondo pezzo invece riguarda Agilulfo e al tempo mi colpì molto. Rimane più che mai valido anche adesso.


La volontà

Ancora confuso era lo stato delle cose del mondo, nell’Evo in cui questa storia si svolge. Non era raro imbattersi in nomi e pensieri e forme e istituzioni cui non corrispondeva nulla d’esistente. E d’altra parte il mondo pullulava di oggetti e facoltà e persone che non avevano nome né distinzione dal resto. Era un’epoca in cui la volontà e l’ostinazione d’esserci, di marcare un’impronta, di fare attrito con tutto ciò che c’è, non veniva usata interamente, dato che molti non se ne facevano nulla – per miseria o ignoranza o perché invece tutto riusciva loro bene lo stesso – e quindi una certa quantità ne andava persa nel vuoto. Poteva pure darsi allora che in un punto questa volontà e coscienza di sé, così diluita, si condensasse, facesse grumo, come l’impercettibile pulviscolo acquoreo si condensa in fiocchi di nuvole, e questo groppo, per caso o per istinto, s’imbattesse in un nome e in un casato, come allora ne esistevano spesso di vacanti, in un grado nell’organico militare, in un insieme di mansioni da svolgere e di regole stabilite; e – soprattutto – in un’armatura vuota, ché senza quella, coi tempi che correvano, anche un uomo che c’è rischiava di scomparire, figuriamoci uno che non c’è… Così aveva cominciato a operare Agilulfo dei Guildiverni e a procacciarsi gloria.


Per farla breve, negli ultimi tempi, molti dei miei contatti avevano nominato Calvino e così mi era ripresa la voglia di leggerlo ancora, da adulta, perché molti dettagli ormai li avevo scordati.

Vado a cercare il libro che mi ricordavo di avere in libreria chissà dove e… BAM! Sparito. Ok, è normale. Era Il Cavaliere Inesistente, che altro poteva fare?


A questo punto ho cercato in rete ed è spuntato fuori questo.

AudioLibro

Ho scoperto che “Il Cavaliere Inesistente” è disponibile come audiolibro gratuito grazie al programma radiofonico Ad Alta Voce, che propone vari classici della letteratura, interpretati da attori professionisti.

In questo caso Manuela Mandracchia fa secondo me un ottimo lavoro e legge in maniera fresca e vivace. Mi sono ritrovata a ridere della grossa mentre guidavo. Manuè, m’hai fatto rischiare grosso!

C’è anche un brano o con l’introduzione di Wu Ming 2 ma onestamente non l’ho sentito. 

Ad Alta Voce Rai 3 audiolibri

 

Il Film

Il cavaliere inesistente copertinaIl [icon type=”glyphicon glyphicon-eye-open” color=”#dd3333″ fontsize=”20″] film de Il Cavaliere Inesistente è una di quelle cose che ricordo della mia infanzia e che mi sembrano un po’ una specie di sogno perchè si mischiano con qualcosa che ricordo e qualcos’altro che mi sono inventata.

In effetti, a rivederlo ha un che di onirico per il modo in cui è stato fatto. Si tratta di un adattamento fatto nel 1971 diretto da Pino Zac e prodotto dall’Istituto LUCE che combina attori in carne ed ossa e personaggi di animazione, utilizzando per le riprese la tecnica della Stop-motion (copiaeincolla da wikipedia). Lo vidi alla televisione e mi sa che ero davvero piccolina.

Non vorrei sbagliarmi ma credo che sia stato realizzato anche una versione dell’Orlando Furioso con la stessa tecnica.

https://youtu.be/-fBW5rk1dJ0?list=PLytkoX7KJ31JQmiVRJeCErhR4plxe7Mbu

Questo è quanto e comunque mentivo. Sì, è vero! Voglio che tutti leggano Il Cavaliere Inesistente e se non ti ho convinto così non so proprio che fare!


Condividi l’articolo se ti è piaciuto!

Mala Spina

Avida collezionista di fumetti, ama leggere e scrivere storie fantasy, horror e d'avventura. Orbita attorno al mondo della grafica e dell’illustrazione digitale. Facebook | Instagram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *