Scrivimi una storia di cinque o seimila parole ambientata durante l’apocalisse zombie. Sarà uno spasso, dicevano. Sarà divertente.
Era vero. In realtà è stato molto divertente e anche interessante vedere come me la potevo cavare a scrivere qualcosa di completamente nuovo. Ho partecipato così all’antologia “Zomb Saga” edita da Dunwich Edizioni insieme a molti altri scrittori ed ecco quindi lo zombie ebook. Lo presento subito così mi levo il pensiero.
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Zomb Saga
In un mondo devastato da un’apocalisse zombie, quattro diversi tipi di morti viventi costringono l’umanità a dividersi in altrettante fazioni. Nomadi, religiosi, reietti e militari si contenderanno ciò che resta del mondo che conosciamo cercando di sopravvivere a zombie vaganti, posseduti, mutanti e infetti. Antonio Amodeo, Daniele Picciuti, Alexia Bianchini, Mala Spina, Marco Roncaccia, Fabio Ghioni e Samuele Fabbrizzi creano una raccolta di racconti ambientata in un universo che cerca di mettere d’accordo tutti gli appassionati della letteratura Z. Zomb Saga si avvale inoltre della collaborazione di Federico “Videodrome” Frusciante che non manca di deliziare i fan del grande schermo con un breve saggio riguardante il cinema e i morti viventi.
Leggi un breve estratto del mio racconto all’interno dell’antologia
QUATTRO REGOLE DI SOPRAVVIVENZA AGLI ZOMBIE
Erano davanti a lui, immobili.
I compagni lo fissavano con sguardi pieni di odio e recriminazione per quella che era stata una sciocca fatalità. Aveva provato a spiegargli com’erano andate le cose, ma non avevano ascoltato una parola, quei bifolchi.
Era colpa sua ciò che era successo? Non era nemmeno il suo turno!
«Fumagalli, sei una testa di cazzo!»
Riccucci, detto Rico, era più basso di una decina di centimetri, ma aveva le spalle di un toro e le braccia da manovale erano come morse d’acciaio da cui un ex impiegato come Carlo Fumagalli non avrebbe potuto liberarsi da solo. Rico lo aveva afferrato con entrambe le mani per il bavero del pesante giubbotto da caccia e lo scuoteva in preda alla rabbia.
«Ti ammazzo, stronzo! Conosci le regole!»
Gli urlava così vicino che le lenti crepate degli occhiali da vista si appannarono sotto la tempesta di fiato e saliva che gli stava soffiando in faccia.
Trovandosi a pochi centimetri dagli occhi iniettati di sangue di quel gorilla vestito da cacciatore, Fumagalli ebbe la sicurezza che lo avrebbe buttato giù dal tetto se nessuno fosse intervenuto.
Perché nessuno lo fermava?
Nessuno sopportava il novellino quattr’occhi, il milanese, il cittadino. Ecco perché.
«Smettila, non stava a me fare la notte!» Fumagalli provò a divincolarsi senza successo.
Intorno a loro, il gruppo di uomini disposti in semicerchio, osservava in silenzio. Erano tutti vestiti con abiti mimetici da caccia, davvero poco adatti a nascondersi tra gli edifici della metropoli.
La faccia più compassionevole lo guardava con disprezzo. Lo avevano sempre considerato un impaccio e adesso le cose si stavano mettendo male.
Fumagalli si rese conto che non sarebbe bastato chiedere scusa e che nessuno avrebbe fermato quel grosso invasato.
«Una notte! Una sola notte di guardia e ti sei fatto fottere le batterie!» L’uomo basso e tozzo continuava a urlargli in faccia e ad alitargli sugli occhiali.
Da mesi parlavano tra di loro sottovoce, quasi bisbigliando o tramite gesti, per non correre il rischio di rivelare la loro posizione, ma lassù, all’ottavo piano dell’albergo, nessuno li avrebbe sentiti. Il vento che sbatacchiava i giubbotti e i capelli si sarebbe portato via qualsiasi urlo che fosse riuscito a cacciare prima della caduta.
Un’altra spinta e la schiena di Fumagalli andò a sbattere contro la bassa ringhiera del tetto.
Girò appena la testa e guardò nel vuoto dietro di sé.
Un salto di otto piani lo divideva dall’impatto con l’asfalto del piazzale.
Era forse colpa sua se quella notte era così stanco? No! Non lo era.
«Dai, ragazzi!»
Gli uomini intorno a loro non mossero un muscolo. Anzi no, Baroni, si sistemò la cartucciera che portava a tracolla e Agostino alzò una mano e si dette una sonora grattata alla nuca.
Rimanere a piedi in una città infestata da morti viventi era un maledetto guaio. Per quanto il gruppo fosse esperto delle campagne e dei boschi, l’ambiente cittadino non aveva abbastanza ripari ed era pieno di buchi, dove qualunque mostro putrefatto poteva tendere un agguato e trascinarti nel buio per rosicchiarti lentamente.
Fumagalli sentì la morsa del panico che gli attanagliava le viscere. Aveva infranto la regola numero uno: Ognuno pensi per sé, tranne quando è il proprio turno di guardia.
Rico tese i muscoli delle braccia tanto che spinse le spalle dell’ex impiegato oltre la ringhiera, verso il vuoto.
«Ferrari ci ha rimesso le budella per quelle cazzo di batterie!»
Fumagalli sentì che le suole delle scarpe perdevano aderenza con il pavimento e il suo baricentro si spostava all’indietro.
«Basta così.» Una voce rauca e profonda, come di qualcuno che parla davanti a un secchio di metallo, spezzò il silenzio.
Rico voltò la grossa testa riccioluta e si guardò alle sue spalle. La sagoma imponente di un uomo, con i pollici infilati nella cintura e un berretto calato sugli occhi, fece ombra a entrambi e oscurò il sole del pomeriggio.
«Tira su quel coglione.»
Loris Cazzaniga era il capo auto eletto del gruppo, sessant’anni suonati, vecchia scuola bergamasca, alto come una pertica, con due mani che sembravano delle vanghe e una sigaretta spenta che gli pendeva perennemente dalle labbra. Le sopracciglia bianche e cespugliose gli davano un’aria da crudele vecchio della montagna.
«Siamo venuti qua come hai suggerito, Loris.» Rico parlava a denti stretti nel tentativo di contenere la furia. «Ci hai detto di portare pazienza con questo deficiente e guarda cosa è successo.»
«Non abbiamo forse trovato il gasolio che ci mancava?»
La voce profonda del vecchio capo tuonava nelle orecchie dell’ex impiegato.
Se aveva una possibilità di salvarsi era solo per un intervento di Loris.
«Sì e ora, grazie a quest’idiota, siamo pieni di gasolio e senza le batterie dei pick-up. È un pericolo per tutti noi.»
Il ragionamento di Rico non faceva una grinza.
Fumagalli era un cittadino, uno sbandato che avevano deciso di accogliere solo per fare numero contro un gruppo di morti infetti. Per un colpo di fortuna si era dimostrato abbastanza utile in quel frangente, ma i nodi stavano venendo a galla e ognuno di loro sapeva che alla fine avrebbero pagato caro un suo errore.
Infatti…
Gli uomini del gruppo si guardarono tra di loro e annuirono, avevano già emesso la loro sentenza.
«Lui ci ha messo nei casini e lui ce ne tirerà fuori», sentenziò Cazzaniga mentre masticava il mozzicone di sigaretta.
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Un gioco da Zombie
L’unica cosa che avevo scritto e che poteva essere assimilabile all’horror era il mini-raccontino “Sulla Luna senza sigarette“, per cui il mondo degli zombie era un terreno inesplorato.
Antonio Amodeo ha creato un interessante progetto per un gioco, Zomb!, che poi si è allargato fino a sfociare in racconti e fumetti a tema. In questo universo già pronto è nato il mio “Quattro regole di sopravvivenza agli zombie”
Ho anche un’altro racconto in ponte a tema Horror-zombie, molto più lungo e ancora in costruzione, anzi sono due a dire la verità, ma credo che sia meglio parlarne in un altro articolo.
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È un periodo zomb-esco
Negli ultimi mesi ho avuto diverse idee in merito a zombie e morti viventi di vario genere, non ho avuto per le mani libri sull’argomento ma ci sono state un paio di serie televisive che mi hanno fatto compagnia. Ho fatto anche alcune illustrazioni a tema, più o meno forti (io avverto perchè non si sa mai!).
I dieci episodi di “Ash Vs Evil Dead” (una creatura di Sam Raimi e già questo basterebbe) sono stati eccezionali. Ho adorato questa serie dalla prima all’ultima puntata e la consiglio a chiunque. Cafona e irriverente come il protagonista, piena zeppa di humour nerissimo e battute surreali. Ho deciso che i miei racconti zombeschi avrebbero almeno tentato di fare una cosa simile.
Un altro telefilm che mi ha fatto compagnia è stato “Z Nation“. Che dire? Solo la Asylum poteva ESAGERARE così e solo piazzandosi sul divano con lo spirito giusto si può apprezzare questa serie che fa a pezzi la sbadigliolandia che è diventata Walking Dead.
Dell’ultimo film che ho usato come ispirazione/riferimento per “Quattro regole di sopravvivenza agli zombie” e per il mio futuro Horror, parlerò un’altra volta anche se non dovrebbe essere difficile immaginarlo. E dai, prova a indovinare!