A volte mi vengono in mente racconti ambientati in un Rinascimento toscano piuttosto macabro e grottesco. Credo di essere ancora influenzata dal GDR Brancalonia.
Questa volta, per un contest di racconti brevissimi organizzato da Runa Editrice e il Collettivo Scrittori Uniti , avevo raccontato la mia versione della famosa leggenda fiorentina de “Il Boccalone”. In realtà la storia è ambientata agli albori del Rinascimento fiorentino (se non poco prima) per adattarsi alla storia della costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Ma soprattutto… questa storiella risponde alla domanda che tutti si fanno quando gli viene spiegato chi sia il Boccalone. Quindi, un mistero di centinaia di anni è svelato!
Short Story Sword and Sorcery nel Rinascimento italiano.
Un terribile folletto minaccia le vinerie della città, solo un eroe potrà salvarle… se solo riuscisse a camminare diritto.
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Sul fianco del duomo di Firenze, esiste un doccione (un gargoyle, insomma) con la bocca spalancata.
Da sempre è chiamato “Boccalone” e spesso si chiamano così anche le persone molto ingenue che si bevono tutto e rimangono a bocca aperta per la meraviglia o, più in generale, che si fanno fregare dai più furbi.
Per farla breve, si dice che fosse una specie di folletto che devastava le cantine della città e che, a causa della sua ingordigia e soprattutto fesseria, si sia trasformato in pietra.
Dunque come sono andate le cose? Ma soprattutto, la domanda vera è: se si vede solo la sua testa… il resto dov’è?
La sfida era di costruire in 10.000 battute una storia di genere fantastico e io ho scelto la mia Firenze brancaleonica.
Questo è un’altro Sword and Sorcery all’italiana in stile Testa di Santo ambientato ma molto più ironico.






