Scrivere una saga come Victorian Horror Story

Scrivere una saga come Victorian Horror Story

Scrivere una saga che non fosse composta di episodi indipendenti come quelli di Storie da un Altro Evo è stato davvero impegnativo per me. Sono così soddisfatta di aver finito questo lungo progetto che voglio scrivere un articolo per celebrare il momento.

Scrivere una saga come Victorian Horror Story, cosa mettere in conto

Avevo già avuto un paio di esperienze in merito allo scrivere serie di storie più o meno collegate ma nessuna così articolata.

Le Saghe Fantasy scritte fino a ora

Altro Evo è un progetto rilassante perchè si tratta di episodi autoconclusivi e anche indipendenti che condividono l’ambientazione, il tempo e i personaggi ma che non necessitano l’uno dell’altro per essere completi. Tutti insieme arricchiscono e svelano un po’ per volta il mondo fantastico in cui si svolgono, ma ognuno può essere letto singolarmente e senza seguire un ordine preciso. Le storie singole non risultano troncate e quindi non ho mai avuto l’ansia di dover rispettare una certa cadenza di pubblicazione. (Per esempio nel 2016 in pratica non ne ho pubblicato nessuno.)Scrivere una saga come Victorian Horror Story Altro Evo Sword and Sorcery ebook amazon kindle

Scrivere una Saga Horror di episodi collegati

Con Victorian Horror Story le cose sono andate diversamente perchè avevo deciso di provare una storia “a lunga scadenza” che si sarebbe sviluppata un episodio alla volta. Ho iniziato a scriverla nel Gennaio 2016 e ho finito a Giugno 2017 (con ben 3 mesi di ritardo sulla mia tabella di marcia perchè avevo previsto un intervallo di quattro mesi tra un’uscita e l’altra).

Mostri di Londra, Victorian Horror Story 1 - Scrivere una saga come Victorian Horror Story
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La trama

C’è una trama generale che ricorre e si sviluppa dal primo episodio fino all’ultimo (Guinevere Patel riuscirà o no a uscire dal mondo oscuro dei mostri?) e la storia avrebbe dovuto avere per forza una conclusione nell’ultimo volume della saga.

Orrore a Whitechapel, Victorian Horror Story 2 - Scrivere una saga come Victorian Horror Story
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Ogni volume ha anche un’avventura autoconclusivaMostri di Londra racconta come Ginny viene introdotta a forza in questa storia, in Orrore a Whitechapel la ragazza deve indagare su delle sparizioni misteriose e in più spuntano fuori gli antagonisti dei mostri, in Fantasmi sul Tamigi le viene ordinato di far fuori un tizio misterioso e risolvere un mistero, nel quarto e ultimo Demoni da Highgate si fanno avanti nuovi mostri desiderosi di prendersi Londra.

Rimane il fatto che Victorian Horror Story sia una serie da leggere in ordine e che si ricollega spesso ai volumi precedenti.

Perchè scrivere una saga a episodi separati?

Fantasmi sul Tamigi, Victorian Horror Story 3 - Scrivere una saga come Victorian Horror Story
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La risposta alla domanda: “Perchè non hai fatto un unico volume?” sta un po’ nel punto precedente. Ogni episodio ha una storia a sè e la lunghezza di ognuno mi sembrava buona per essere un ebook. Soltanto l’ultimo ha le dimensioni di un vero e proprio romanzo.

Oltre a questo, c’è anche l’indubbio vantaggio della facilità nel gestire una storia di 150 pagine rispetto a doverne gestire una di 600.

I punti chiave

Demoni da Highgate, Victorian Horror Story 4
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Mi ero data qualche regola prima di iniziare:

  • La storia è tutta dal punto di vista di Ginny, la protagonista, e da lì non si schioda.
  • Alla prima regola c’è un’eccezione: ogni primo capitolo di ogni episodio è scritto dal punto di vista di uno dei protagonisti secondari.
  • Ogni episodio si concentra su uno dei protagonisti maschili secondari (diverso da quello del punto di vista del primo capitolo).
  • Ogni episodio inizia in un luogo chiuso e finisce in una casa (quasi sempre si tratta della villa di Bishop Road).
  • I titoli sono composti dal nome di un mostro e da un luogo di Londra.
  • Le copertine presentano sempre un primo piano dei mostri di Bishop Road, un po’ nascosti perchè non mi piace mostrare del tutto un personaggio.

Con i titoli che seguono quella regola e  le copertine molto simili spero di aver trasmesso a dovere il fatto che siano tutti episodi strettamente collegati.

Lati Negativi di scrivere una saga

banzai! Scrivere una saga come Victorian Horror StoryOgni volta che ho finito di scrivere una saga mi dico: Mo basta. La tensione di non riuscire a rispettare le scadenze mi stressa (anche se sono io a mettermele… lo so sono un po’ grulla), tanto più che mi ci è voluto un anno e 3 mesi per completare Victorian Horror Story. Dunque, almeno per un pochino mi dedicherò ad autoconclusivi e ai racconti singoli Altro Evo.

Tra l’altro… oibò! Una specie di seguito di VHS mi ronza nella testa, perchè la tentazione di raccontare cosa succede dopo è tanta!

Lati Positivi di scrivere una saga

Il migliore di tutti i pregi è riuscire a scrivere una storia di ampio respiro pur mantenendo sempre la possibilità di costruire storie singole. Per una come me, abituata a non sforare mai le 40.000 parole, è una cosa fuori dal normale perché, tanto per dare i numeri, tutta la saga di Victorian Horror Story è composta da 150.000 parole (o 890.000 battute).

Cosa ho imparato nello scrivere una saga così lunga?

Prima di tutto che è una fatica bestiale (poi non è nemmeno così lunga paragonata ad altre!) e non so come fanno gli autori che portano avanti la stessa saga da decenni. Seconda cosa: che sono un pessimo capo di me stessa perchè mi costringo a lavorare come un mulo. Da oggi in poi: relax.

Mi pare di averla già detta tempo fa in qualche altro articolo la faccenda del volermi rilassare… e non credo di aver seguito il mio stesso consiglio.


Dunque, piacerà o non piacerà l’episodio conclusivo? Non lo so. Casomai lasciatemi un commento qui sotto, io vado a buttarmi sul divano!

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Mala Spina

Avida collezionista di fumetti, ama leggere e scrivere storie fantasy, horror e d'avventura. Orbita attorno al mondo della grafica e dell’illustrazione digitale. Facebook | Instagram

4 pensieri su “Scrivere una saga come Victorian Horror Story”

  1. Sto leggendo la storia fresca di stampa e so già che mi dispiacerà moltissimo giungere alla parola fine. Complimenti con l’impostazione severa che sai dare al tuo lavoro di scrittura, io mi faccio prendere da mille altre cose, in primis il lavoro, e trascuro, senza contare che da un po’ di tempo penso che la mia immaginazione si stia inaridendo e mi dispiace molto. Mi rifarò sentire a fine lettura, sigh! 😀

    1. L’immaginazione va solo allenata Annarita, vedrai che tornerà a carburare quando ti ci dedicherai. 😉
      In quanto al resto… per fortuna ho un compagno molto paziente, ma penso che in casa mia ci sia bisogno di un po’ di relax perchè quando sono “sul pezzo” divento una bestia intrattabile.
      Fammi sapere! Sono molto curiosa delle reazioni!

  2. Ottimo lavoro come sempre.
    La difficoltà di una saga, a mio avviso, è avere tutto più o meno pianificato (o almeno un’idea di massima) in maniera da non ritrovarsi persi a metà… a me è andata bene, io non avevo pianificato nulla e scrivevo di getto, ma mi sono accorto che ho rischiato parecchio.

    1. Oltre a questo bisogna anche stare attenti a tenere tutto sotto controllo per riuscire a non lasciare niente indietro e a non contraddirsi! Alla fine avevo una specie di foglio Excel suddiviso in sezioni per ricordarmi chi aveva detto cosa, i misteri rimasti in sospeso etc.
      Si vede che avevi tutto chiarissimo in testa!

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