C’è chi scrive per esorcizzare i propri demoni o per comunicare un qualche tipo di messaggio… niente paura, non è il mio caso! La ragione principale per cui scrivo è per il gusto di raccontare storie di puro intrattenimento, perchè per me scrivere è uno spasso e vorrei che lo fosse anche per chi mi legge.
Ho iniziato in solitudine negli anni 90, riempiendo il famoso cassetto con molti raccontini, poi è arrivata Internet e sono cambiate un po’ di cose. È così che lo scrivere è diventato un divertimento da condividere con altri e con cui giocare, grazie ai PBEM (Play by Email) e ai ROUND ROBIN .
Ai tempi in cui Berta filava c’erano solo Email e Newsgroup (niente commenti su quanto tempo sia passato!), al limite i più arditi si lanciavano in sessioni di CHAT con MIRC, ma lì si entrava nel campo del gioco di ruolo in tempo reale e non è quello di cui voglio parlare.
Già conoscevo alcune community Online di scrittori e di letture incrociate, utilissime tra l’altro, che usavano newsgroup e mailing list. Un vero ritrovo per appassionati di lettura e scrittura che si leggevano a vicenda, non risparmiandosi suggerimenti e critiche senza peli sulla lingua.
Internet era un terreno fertile per i poveri grafomani che non avevano molte possibilità di condividere la propria passione con amici vicini e ha avuto il pregio di collegare questi eremiti della penna biro l’uno con l’altro. Qui casca l’asino: in quel momento sono diventate famose le attività ludiche sulla scrittura.
1) PBEM, Play by Email
Il PBEM è un gioco di ruolo via posta elettronica (o meglio via Mailing list) con un certo numero di partecipanti. Ogni autore manovra un proprio personaggio attenendosi a poche semplici regole (tipo è vietato far morire un personaggio altrui). A turno i giocatori-scrittori scrivono un brano che porta avanti la storia (dal punto di vista del proprio personaggio) e così via fino alla conclusione. La differenza tra un gioco di ruolo e la scrittura del PBEM è che più persone fanno gruppo per scrivere una storia corale che abbia un senso compiuto e sia gradevole da leggere. Le ambientazioni, le regole e la presenza di un arbitro non hanno limiti se non l’immaginazione degli scrittori-giocatori.
Parliamoci chiaro: i risultati erano altilenanti. Il PBEM è un’attività giocosa, ci vuole almeno un minimo di capacità nello scrivere ma nessuno aspira all’alta letteratura. Lo scopo è divertirsi, creare una storia dal nulla ed esserne parte.
Un trappolone in cui cadevano spesso molti Play by Email a cui ho partecipato era la sindrome di John Difool.
NB. Tale sindrome deriva dal capolavoro indiscusso del fumetto mondiale di Jodorowsky e Moebius la saga de “L’Incal” in cui è protagonista un misero detective privato di classe R, John Difool, per l’appunto.
Dicesi sindrome da John Difool la tendenza a iniziare una storia da uno spunto semplice, anche banale se vogliamo, per poi tenere un ritmo continuo in crescendo, fino ad arrivare a sviluppi finali cosmici, metafisici e praticamente ingestibili.
Un conto è se una cosa del genere la fa Jorodowky/Moebius… e un’altra cosa è se lo fa chiunque altro.
Vintage Moment. Tanto per rendere l’idea: mi ricordo di aver partecipato a un PBEM ambientato nel mondo di Star Trek in cui ogni missione, anche la più caciarona, doveva prima o poi coinvolgere il collasso dell’universo spazio-temporale o la distruzione della Federazione.
L’escamotage di proporre al lettore un guaio sempre più grosso del precedente come unico sistema per tenere desta l’attenzione, rischia di avere l’effetto contrario, cioè annoiare abbestia. O meglio: è un tipo di sviluppo della trama molto usato ma che va dosato bene! Nell’Incal non ne avevano nemmeno bisogno visto il meraviglioso universo tridimensionale che avevano creato. Eppure lo hanno fatto ed è venuto un capolavoro (non per ripetermi ma loro erano LORO). Per fortuna che la Sindrome di John Difool non è un male di tutti i PBEM!
Parlo al presente perchè, con mia grande sorpresa, è ancora attivo il sito “padre” di molti PBEM, lo storico www.GIOCO.net.
Fra parentesi, con un Play by Email ha avuto inizio il mio Monstrum Scribendi, l’avventura fantasy apocalittica a più mani che ho citato nell’articolo “Scrivere fantasy orribili basati sui GDR“.
2) i Round Robin
Avete presente i racconti attorno al fuoco? Tutti si mettono in cerchio, il primo comincia una storia e a un certo punto passa il testimone al successivo che la continua da dove è stata interrotta. È una scrittura che ha poco a che fare con il gioco, inteso nel più classico dei termini, cioè non è un gioco che usa la scrittura ma una scrittura giocosa.
Recentemente sono stata coinvolta con piacere nel progetto di scrittura HPL300 di sapore lovecraftiano, organizzato da Alessandro Girola. In questo caso l’unica regola è scrivere un brano di 300 parole tonde tonde. Saranno più di dieci anni (naaaa, sono di più ma mi piace levarmi un po’ anni dall’età anagrafica) che non partecipo a un gioco del genere e non ho resistito alla sfida. Sì, perchè io non ho mai scritto Horror e quindi la mia sfida personale è: riuscirei a scriverlo? Intanto ho iniziato a disegnarlo tanto per entrare in sintonia con il tema del Round Robin!
[EDIT: Eccomi qui nel bel mezzo del Round Robin con il mio turno! ]
Bugiarda! Non hai scritto horror? E “I fiori del male” dove li mettiamo?
La vecchiarda era bellissima 😀
Bell’articolo, io nei PBEM ci sono infilato ormai da anni e non trovo più la strada per uscirne
Pazzesco, mi hai già sbugiardata! =:-0
Giuro che non mi ricordavo dei Fiori del Male! Eh Eh ed era pure divertente! Comunque diciamo la verità, ho scritto un unico pezzo degno di nota per quel PBEM.